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Sport e protesi

Sport e protesi

Molti pazienti si domandano come sarà la qualità di vita e lo sport dopo l’intervento di artroprotesi di anca o di ginocchio.

sport e protesi

sport e protesi

E’ interessante notare come l’età media a cui ci si sottopone ad un intervento di protesi sia in continuo calo. Già dal 2011, più del 50% dei pazienti a cui applichiamo una protesi di anca hanno statisticamente una età inferiore a 65 anni. Si calcola che a partire dal 2016 questo accadrà anche per l’applicazione della protesi al ginocchio (1). In particolare, il gruppo in crescita più rapida per la protesizzazione del ginocchio e quello con età compresa tra 45-54 anni con la prospettiva che la domanda di sostituzione protesica del ginocchio in questo gruppo di età aumenti di ben 17 volte entro il 2030 (1). L’età più giovane e la maggiore propensione della popolazione contemporanea ad una vita attiva (2) spiegano il crescente interesse a capire quale vita sportiva è possibile dopo un intervento di protesi.

La buona notizia per questi pazienti è che le moderne tecniche chirurgiche e soprattutto i materiali attualmente in commercio consentono molto di più di quanto si concedeva in passato.

Cosa è cambiato negli ultimi anni

1)     I materiali

I materiali moderni sono più resistenti e si usurano di meno. Nonostante questo rimangono il punto debole per il paziente che vuole riprendere lo sport dopo intervento di protesi.  Il paziente ed il chirurgo devono attenersi a quello che è dimostrato sicuro e “safe” secondo la letteratura internazionale e le indicazione delle società scientifiche(2*). Secondo la Hip Society americana dal 1999 al 2015 gli sport consentiti sono aumentati da 13 a 22 dopo protesi di anca e da 18 a 19 dopo protesi di ginocchio. Parimenti, gli sport vietati sono calati da 12 a 4 dopo protesi di anca e da 12 a 5 dopo protesi di ginocchio.

2)     Gli accessi chirurgici

Gli accessi chirurgici sono molto migliorati rispetto al passato. Il concetto di mini invasività ha preso oramai il controllo della scena. Una mini invasività effettiva e non limitata ad una incisione piccola, comporta il rispetto delle strutture muscolari e tendinee oltre al capitale osseo del paziente. Il risultato ottenuto con un buon accesso mini invasivo migliora la qualità del risultato, la sensazione di normalità dell’arto operato, la velocità della ripresa ed anche una propensione maggiore a riprendere l’attività sportiva. L’accesso mini invasivo non sorpassa i problemi legati all’usura della protesi che rimane il limite alle attività sportive spinte.

3)     Il disegno

Il disegno delle protesi  è cambiato,  ed in meglio! Nell’anca la grande novità è quella dei grandi diametri della testa protesica ad avvicinarsi al diametro della testa femorale originale. La protesi di rivestimento ovviamente consentirebbe il diametro maggiore ma purtroppo è legata alle temutissime articolazioni in metallo metallo.

Protesi metallo metallo

Protesi metallo metallo

I gravi danni possibili con le articolazioni metallo metallo sono stati oggetto di un avviso ufficiale della Comunita Europea (clicca qui per accedere al file PDF del comitato scientifico della Comunità Europea)   

Grandi diametri in ceramica di ultima generazione garantiscono ottima articolarità, ottima sensazione di “normalità” dell’articolazione operata e tassi di lussazione veramente minimi.

grandi diametri in ceramica

grandi diametri in ceramica

Altra grande innovazione in chirurgia dell’anca è quella dei mini steli. Con questo termine si intende l’uso di steli femorali corti o cortissimi che risparmiano osso e rispettano l’elasticità naturale dell’osso.

Steli corti

Steli corti

Nel ginocchio il nuovo disegno delle protesi consente la ripresa di una flessione quasi normale ed il disegno delle superfici di scorrimento garantiscono una migliorata congruità articolare anche durante il gesto sportivo.

Protesi di ginocchio

Nuovo disegno delle protesi di ginocchio

4)     Le possibilità di una revisione della protesi

Premesso che rimane una prospettiva assolutamente spiacevole, bisogna anche considerare che gli interventi di revisione sono divenuti molto più semplici di quanto fossero in passato. Un tempo la revisione era un intervento con alti tassi di fallimento e risultati funzionali quasi sempre scadenti o comunque molto inferiori a quelli di un primo impianto. Oggi, la disponibilità di impianti protesici da revisione di ottima qualità è aumentato drasticamente. L’intervento di revisione è molto più semplice del passato, soprattutto se fatto precocemente, e la qualità del risultato spesso vicina a quella della protesi primaria.

Come visto le buone notizie non mancano ed è sicuro che in futuro potremo consentire un ritorno allo sport senza alcuna restrizione. Ad oggi, però, rimangono dei limiti dovuti alla resistenza dei materiali che devono essere ben compresi dal paziente.

Forniamo qui alcuni dati che servono al paziente per comprendere cosa accede ad una articolazione durante il gesto atletico.  La articolazione dell’anca, durante la corsa, è sottoposta al 550% del peso corporeo (4). Nell’inciampare, il carico sulla articolazione dell’anca aumenta fino all’870% del peso corporeo (5). In pratica per un uomo di 80 chili che inciampa si caricano sull’articolazione dell’anca circa 720 chili. Nel ginocchio la concentrazione di carico durante gesti comuni nella attività sportiva è ancora più elevata. Simpson and Kanter hanno calcolato che all’atterraggio da un salto in corsa si raggiungono il 1040% del peso corporeo sulla articolazione patello femorale ed il 1670% del peso corporeo sulla femoro-tibiale. Smith, molto prima, nel 1975, aveva addirittura calcolato fino a 24,4 volte il carico del peso corporeo sul ginocchio nell’atterrare da un salto. Più recentemente (6), l’analisi del carico sulle articolazioni dell’arto inferiore nell’atterrare da una salto da fermo, a portato ad una quantificazione del 900% del peso corporeo sul ginocchio e dell’840% sull’anca.

Una normale vita sedentaria di un 70enne comporta l’esecuzione media di 4-5000 passi/cicli al giorno, a 50 anni, anche con una vita sedentaria, si eseguono di media 8-9000 passi/cicli al giorno. Con la attività sportiva minima si sale a 15-20.000 passi/cicli al giorno. Con una attività sportiva media si arriva a 40.000 cicli al giorno e con una intensa anche a 70.000 al giorno. Maggiore è la attività, maggiore è l’usura. E bisogna considerare che le differenze nello stile di vita soprattutto nella fascia dai 60 agli 80 anni sono veramente enormi con un livello di attività che varia per intensità fino a 45 volte.

In definitiva, lo sport aumenta molto le sollecitazioni sulla protesi e va eseguito con “intelligenza” e seguendo alcune regole di buon senso.

Suggerimenti per la attività sportiva

1)     Il peso. Come visto con il gesto atletico si parla di multipli del proprio peso corporeo ergo, meno si pesa, meglio è.

2)   L’allenamento. Arrivare allenati al gesto sportivo è molto importante in generale ma diviene essenziale nel portatore di protesi. Mantenere il tono muscolare ed il fiato fa bene all’organismo ed all’umore del paziente.

3)     Esperienza. L’esperienza con una attività sportiva migliora la percezione del rischio. Iniziare, per esempio, a sciare, non è una buona idea dopo un intervento di protesi. Se  si scia già, invece, questo tipo di attività è normalmente consentita.

4)    Evitare sport ad alto impatto ad alto rischio di caduta.

sport da impatto

sport da impatto

Non esiste una “protesi miracolosa” che consente di tornare a fare tutto senza rischi. Un chirurgo onesto deve sconsigliare al paziente le attività a rischio. Dopo una sostituzione protesica dell’anca o del ginocchio sono da sconsigliare con vigore  sport con salti ripetitivi, corsa , contrasto diretto con altri giocatori ed in particolare ginnastica aerobica, calcio, rugby, basket, squash, beach volley, motocross, snowboard, arti marziali. Il paziente che decidesse di affidarsi ad un chirurgo che gli promette la “luna” con protesi di rivestimento in metallo metallo o nuove protesi “miracolose” ha i mezzi, tramite il web, di informarsi sul reale stato delle cose e  prendere la decisione opportuna. A tale proposito si rimanda alla consultazione del sito rischi sanitari della comunità europea Scientific Committee on Emerging and Newly Identified Health Risks (SCENIHR).  (clicca qui per accedere al sito dello SCENIHR)  ed al sito della British hip society. (clicca qui per accedere al sito della British Hip Society) dove si legge che” The British hip society advises that stemmed, large diameter metal-on-metal primary total hip replacements using bearings of 36 mm or above should no longer be performed until more evidence is available.”

Sport consentiti

Sport consentiti

 

Per ulteriori informazioni sullo sport dopo protesi contatta la nostra equipe 

 

L’esperienza del paziente. Intervento di protesi d’anca mini invasiva bilaterale nella stessa seduta. 

 

 

letteratura

1)     S. M. Kurtz, E. Lau, K. Ong, K. Zhao, M. Kelly, and K. J. Bozic, “Future young patient demand for primary and revision joint replacement: national projections from 2010 to 2030,” Clinical Orthopaedics and Related Research, vol. 467, no. 10, pp. 2606–2612, 2009.

2)     R. D. Crowninshield, A. G. Rosenberg, and S. M. Sporer, “Changing demographics of patients with total joint replacement,” Clinical Orthopaedics and Related Research, vol. 443, pp. 266–272, 2006

3)     Gregg R. Klein, Brett R. Levine, et Al. Return to Athletic Activity after Total Hip Arthroplasty. The Journal of Arthroplasty Vol. 22 No. 2 2007

4)     Bergmann G, DeuretzbacherG.  Hip contact forces and gait patterns from routine activities. J Biomech. 2001 Jul;34(7):859-71.

5)     Bergmann G1, Graichen F, Rohlmann A. Hip joint loading during walking and running, measured in two patients.J Biomech. 1993 Aug;26(8):969-90

Cleather, Daniel J. and Goodwin, Jon E. and Bull, Anthony M. J. (2013) Hip and knee joint loading during vertical jumping and push jerking. Clinical Biomechanics, 28 (1). pp. 98-103

 

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