LA DISPLASIA CONGENITA DELL’ANCA (DCA) – LUSSAZIONE CONGENITA DELL’ANCA (LCA)
Con questo temine si identifica l’anomalia dell’articolazione dell’anca presente fin dalla nascita che porta gradualmente la testa del femore a dislocarsi fuori dalla cavità acetabolare. Si suppone esista una trasmissione ereditaria in quanto è frequente si ripeta nella stessa famiglia nel corso delle generazioni. E’ molto spesso bilaterale ed è più frequente nella donna che nell’uomo, con un rapporto di 5-6:1.
Storicamente, l’Italia è uno dei paesi al mondo in cui la malattia si manifesta più frequentemente, con una incidenza che arriva anche ad 1 ogni 200 nati contro quella di 1 ogni 1000 nati degli Stati Uniti.
All’interno del territorio nazionale è più frequente in tutto il Nord-Italia ed in particolare nell’Emilia, nel Veneto, nelle Marche ed in Lombardia. Al Sud è frequente in Puglia mentre è quasi assente in Sicilia e Sardegna.
Oltre ad una causa ereditaria, la displasia riconosce anche cause “ambientali”. La frequenza aumenta se esiste una relativa riduzione dello spazio libero attorno al feto obbligandolo ad una posizione forzata delle anche durante la permanenza nel ventre materno. Tra questi fattori predisponenti “ambientali” che possono giustificare l’insorgenza di displasia dell’anca sono riconosciuti la primogenitura, dove esiste una maggiore tensione dei muscoli addominali della madre, la gemellarità, la presentazione podalica ed infine un basso livello di liquido amniotico.
Non tutte le displasie sono uguali ed esistono vari gradi di anomalia di forma dei capi articolari. La classificazione più nota è quella di Dunn. Essa prevede uno stadio 1, detto di displasia o anca instabile con un acetabolo ovalizzato, uno stadio 2 o di sublussazione ed uno stadio 3 di lussazione franca.
A seconda dell’età del bambino e dell’entità della dislocazione, si parla di prelussazione, sublussazione, e lussazione vera e propria.