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Anatomia dell’anca

 Anatomia dell’anca

L’articolazione dell’anca è una delle più voluminose del nostro organismo ed è di gran lunga l’articolazione sottoposta a maggiori sollecitazioni meccaniche durante la deambulazione. Ha una forma particolare in quanto è costituita da una coppa, la cavità acetabolare, e dalla testa femorale che si alloggia nella cavità. L’estrema congruenza di queste due superfici, fornisce una stabilità ossea superiore a tutte le altre articolazioni.

Articolazione coxo femorale

Articolazione coxo femorale

La cavità acetabolare è rivestita al suo interno dalla cartilagine ed è circondata sul margine dal labbro acetabolare che, similmente al menisco nell’articolazione del ginocchio, funziona come una guarnizione articolare. Il ruolo del labbro acetabolare è molteplice ed ancora in parte non conosciuto. Sicuramente contribuisce ad approfondire la cavità acetabolare ed aumentarne la congruenza e la stabilità. Il labbro è una struttura riccamente innervata e, in caso di una sua rottura, dà dolore e talora sensazione di scatto articolare.

acetabolo

acetabolo

 

La regione prossimale del femore che è compresa nella articolazione dell’anca può essere schematicamente suddivisa in tre zone: la testa, il collo e la regione trocanterica. Il collo e la testa femorale sono poi avvolti dalla capsula articolare che le unisce all’acetabolo.

La testa femorale è di forma sferica, alloggia nella cavità articolare ed è rivestita di cartilagine articolare. Nella sua porzione superomediale origina il legamento rotondo che la collega al fondo della cavità acetabolare.

Il collo femorale connette la testa alla porzione principale del femore che prende il nome di diafisi. Presenta un angolo con l’asse della diafisi femorale compreso tra i 120 ed i 135 gradi.Un angolo cervico diafisario superiore ai 135° viene descritto come coxa valga, uno inferiore ai 120° coxa vara. Rispetto alla testa femorale presenta un diametro minore rendendo così possibile il movimento senza entrare in conflitto con i margini dell’acetabolo ed il labbro acetabolare.

testa e collo femore

testa e collo femore

La regione trocanterica è la continuazione prossimale-alta della diafisi femorale. Presenta due tuberosità detti trocanteri, il grande trocantere è la sede di inserzione del muscolo gluteo medio, sul piccolo trocantere si inserisce il muscolo ileopsoas. E’ una zona molto interessante per chi si dedica allo studio della distribuzione delle forze sul femore. In questa zona infatti avvien il traferimento del carico dall regione testa-collo sulle due colonne, mediale e laterale, che costituiscono la diafisi femorale.

Ad avvolgere l’articolazione si trova la capsula articolare rinforzata da tre grossi legamenti. Il più importante di questi, il legamento ileo-femorale, è disposto sul versante anteriore dell’articolazione e contribuisce a sostenere parte del peso corporeo durante la stazione eretta.

Sull’articolazione dell’anca agiscono vari gruppi muscolari per un totale di 19 differenti muscoli. Essi di distinguono, a secondo della loro azione. In abduttori, adduttori, intra ed extrarotatori. E’ importante ricordare che tutti questi muscoli hanno più di una funzione e lavorano in sincronia tra di loro. Il principale gruppo muscolare è quello dei muscoli glutei ed agisce determinando la stabilità del bacino durante la deambulazione. Nella fase della deambulazione monopodalica infatti, sono i muscoli glutei a tenere il bacino orizzontale evitandone la caduta. Nei casi in cui il tono o la funzione dei glutei si riduce o viene a mancare si ha la deambulazione con zoppia o più tecnicamente si ha un Trendelemburg positivo, ossia la caduta del bacino. Superficialmente ai glutei si trova il tensore della fascia che si continua verso il basso con la fascia lata che è una importante struttura che contribuisce notevolmente alla stabilità del bacino durante il passo.

Anteriormente e posteriormente all’articolazione si trovano importanti strutture vascolari e nervose che devono essere attentamente isolate e rispettate per evitare gravi complicazioni intra e post operatorie.

La visione artroscopica ha contribuito ad integrare ed approfondire la conoscenza anatomica di numerose articolazioni. La osservazione in vivo, con l’ingrandimento e la definizione consentita dalle moderne telecamere, e soprattutto la possibilità di visualizzare i due versanti articolari in modo statico e dinamico senza dover aprire l’involucro articolare, consentono la comprensione dell’importanza di tutte le componenti della articolazione, anche quelle che facilmente sfuggono alla normale visione macroscopica. Tra queste nuove conoscenze possiamo distinguere quelle sulle superfici carilaginee , quelle sul labbro acetabolare e quelle sui tessuti molli. Didatticamente è utile suddividere l’anca in due compartimenti: uno centrale ed uno periferico.

Nel compartimento centrale possiamo apprezzare:

La superficie cartilaginea acetabolare e quella femorale. In condizioni normali appaiono bianche ed estremamente levigate. Artroscopicamente è possibile palpare e valutare le condizioni della cartilagine. Eventuali sofferenze della superficie articolare vanno dalla condromalacia (rammollimento dello strato cartilagineo) alla fibrillazione Danni cartilaginei più gravi sono i distacchi condrali, i flap e l’erosione completa con esposizione dell’osso sub condrale.

testa femore, visione atroscopica

testa femore, visione atroscopica

cartilagine acetabolare, visione artroscopica

cartilagine acetabolare, visione artroscopica

La cavità acetabolare presenta un rivestimento cartilagineo a ferro di cavallo detta faccia semilunata. Al centro di questa si trova la fossa cotiloidea. Nella porzione antero-superiore, molto spesso si osserva la presenza di una intaccatura della cartilagine denominata stellate crease. Il significato di questa struttura non è conosciuta anche se non è considerata responsabile di sintomatologia dolorosa. Più raramente si possono riscontrare anomalie conseguenti ad un alterato sviluppo della cavità acetabolarecome l’ileopubic groove che si presenta come una incisura che attraversa la faccia semilunata anteriore ed è considerata una incompleta fusione della porzione ileo-pubica della cartilagine triradiata o come l’ipoplasia delle pareti acetabolari. Anomalie di sviluppo dell’acetabolo sono più frequenti nella porzione anterosuperiore, e rappresentano forme sub-cliniche di displasia talora non evidenziate all’esame radiologico.

stellate crease

stellate crease

ileopubic groove

ileopubic groove

Il labbro acetabolare ben evidenziabile artroscopicamente, è una fibrocartilagine a sezione triangolare che circonda la porzione ossea dell’acetabolo assumendo una forma a C e si continua con il legamento trasverso a completare l’anello che circonda l’acetabolo. La sua porzione periferica riceve una microvascolarizzazione dalla capsula adiacente. Contribuisce alla stabilità articolare aumentando del 22% la superficie della articolazione e del 33% il volume della cavità cotiloidea ed ha un ruolo di guarnizione e distribuzione del liquido sinoviale sulla superficie cartilaginea della testa femorale durante il movimento. Il labbro acetabolare può presentare delle varianti anatomiche come ad esempio il labbro posteriore bifido, descritto da Villar, o può apparire lesionato; in questi casi si potrà apprezzare una lesione a flap o una lesione radiale o lesioni periferiche o una lesioni fibrillata (clicca qui per accedere alle patologie del labbro acetabolare).

labbro posteriore bifido

labbro posteriore bifido

labbro acetabolare

labbro acetabolare

 

Il legamento trasverso, non sempre visualizzabile in artroscopia ha, come detto, il ruolo di chiudere l’anello formato dal labbro acetabolare.


Il legamento rotondo
 è un legamento che nell’uomo, con l’assunzione della posizione eretta, ha perso gran parte del suo significato. Questa struttura si estende dalla fossa cotilodiea con la testa del femore appare rivestito di tessuto sinoviale. Al suo interno decorre l’arteria del legamento rotondo che è spesso obliterata già in età adulta. Il suo ruolo nella biomeccanica dell’anca è tuttora incerto ed una sua rottura sembra non comportare conseguenze funzionali, oltre al dolore acuto della rottura, anche se alcuni chirurghi stanno cercando di standardizzare delle tecniche di ricostruzione artroscopia del legamento.

legamento rotondo

legamento rotondo

 

Il compartimento periferico

Nella esposizione della anatomia artroscopica si definisce compartimento periferico la porzione articolare esterna alla cavità acetabolare. Il labbro acetabolare è apprezzabile anche dalla periferia e questa visione mostra chiaramente il ruolo di guarnizione che il labbro acetabolare svolge.

La giunzione cervico cefalica indica il passaggio tra la testa femorale ed il collo femorale. In condizioni normali tale passaggio è ben evidenziabile in quanto il collo femorale non è rivestito da cartilagine articolare. Questa è la zona che si modifica nell’impingement femoro acetabolare tipo CAM (Clicca qui per accedere alla sezione sul conflitto femoroacetabolare).

Nella porzione mediale del compartimento periferico si osserva un ispessimento della sinovia detto fold sinoviale o legamento di mediale è una formazione estremamente importane come repere. Dietro a tale struttura infatti oltre la capsula articolare e possibile andare a ricercare il tendine dell’ileopsoas.

fold sinoviale

fold sinoviale

labbro acetabolare, visione dal compartimento periferico

labbro acetabolare, visione dal compartimento periferico

 

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